Percorso dei sepolcri

I percorsi nei "Luoghi della memoria"
Data di pubblicazione:

18/10/2023

Corpo

In età tardo antica nella conca bolzanina le necropoli pagane erano situate all'esterno dei centri abitati e in prossimità delle vie di comunicazione, come attesta la stele di Secundus Regontius (fine III-inizi IV secolo d.C.) ritrovata nel 1948 sotto il pavimento dell'attuale Duomo e ora conservata al Museo Civico. Dall'Alto Medioevo - come testimoniano le tombe del VI/VII secolo scavate all'interno e all'esterno della chiesa di San Vigilio al Virgolo, quelle databili al IX e X secolo rinvenute sotto la vecchia parrocchiale di Gries e le tracce di un sepolcreto (X-XII secolo) rimesse in luce non lontano dal sedime della non più esistente chiesetta di Sant'Osvaldo - i luoghi di sepoltura furono localizzati dentro e fuori i gli edifici di culto cristiani.
Il più antico cimitero cittadino documentato risulta quello parrocchiale di Santa Maria Assunta (Duomo), citato per la prima volta nell'ultimo quarto dell'XI secolo. Nel 1174 anche il monastero agostiniano di Santa Maria in Augia - abbandonato già agli inizi del Quattrocento e parzialmente riscoperto nel 1986 in via Alessandria in occasione di una campagna di scavi archeologici - ottenne il diritto di sepoltura. Nella prima metà del Duecento, oltre alla chiesa parrocchiale, disponevano di uno spazio cimiteriale le chiese di Sant'Afra (1237), di San Quirino (1237), di San Giorgio in Vanga (1237), di San Giovanni in Villa (1238), di San Marco (1242), di Sant'Ulrico e l'antico ospedale di San Giovanni Battista (1242) presso il ponte sull'Isarco, gestito dall'Ordine teutonico. Nel 1283 è documentato il cimitero dei Francescani, mentre nel 1319 esisteva già quello dei Frati predicatori dell'ordine di San Domenico, localizzato nell'area dell'attuale sagrato della chiesa.
Per tutto il Trecento illustri casati bolzanini (Niederthor, Heilwiger, Rossi-Botsch, Obertor, Vintler e altri) scelsero come luoghi privilegiati di sepoltura il convento dei Domenicani, quello dei Francescani e la chiesa parrocchiale, facendo costruire anche apposite cappelle funerarie con sepolcri in muratura a pozzo rettangolare o a cripta, chiusi da lapidi in arenaria o in marmo, quasi sempre decorate con iscrizioni e stemmi. Dal 1431 nel giardino della canonica presso il Duomo è attestato un cimitero ebraico, trasferito all'inizio del Seicento a Oltrisarco sotto Castel Flavon. Dal 1434 è ricordato il "freithoff" intorno alla vecchia parrocchiale di Gries, tuttora esistente ma non più in uso. Sempre a Gries, fuori dal centro abitato, nel 1886 fu costruito un secondo cimitero (nuovo), soppresso nel 1935 e completamente rimosso nel 1957-58.
Dall'età gotica a quella neoclassica lapidi commemorative, epitaffi e monumenti funebri - più di cinquanta ancora conservati - furono scolpiti in ricordo di nobili e mercanti, uomini d'arme e di Chiesa, banchieri e artigiani, preposti agostiniano di Gries e commendatori dell'Ordine teutonico. Nel 1782 l'imperatore d'Austria Giuseppe II ordinò di seppellire i morti in cimiteri situati fuori dai centri abitati ed estese la sovrana risoluzione anche ai monasteri. La chiusura del vecchio cimitero attorno al Duomo avvenne solo nel 1827, quando si inaugurò un nuovo camposanto. Contrariamente alle disposizioni giuseppine e a quelle contenute nell'editto napoleonico di Saint Cloud (12 giugno 1804) - che stabiliva di seppellire i morti fuori dalle città, in luoghi soleggiati e ventilati - a Bolzano si decise di realizzare un nuovo Friedhof non lontano da quello antico, a pochi passi dalla Prepositura. Il complesso, progettato nel 1826 dall'architetto roveretano Giambattista Tacchi, fu ultimato entro il novembre del 1827. Il nuovo cimitero a pianta quadrata e circondato da 104 arcate - di cui 84 destinate a tombe di famiglia, a personalità benemerite della città e al clero - occupò una superficie di circa 11.130 metri quadrati (in precedenza coltivata a vigneto) e fu suddiviso, tramite due viali, in quattro campi uguali. Tra il 1832 e il 1836 dodici arcate furono affrescate dal pittore trentino Giuseppe Craffonara (1790-1837), coadiuvato dal giovane allievo Basilio Armani (1817-1899), mentre altre furono dipinte dal bolzanino Joseph Arnold (1788-1879), già attivo nelle arcate maggiori nel 1830 e richiamato nel 1838 a completare il lavoro dopo la morte di Craffonara.Poco prima dei bombardamenti anglo-americani del 1943, che colpirono pesantemente il cimitero, alcune scene del ciclo pittorico neoclassico di Craffonara furono strappate dalle pareti e trasportate al Museo Civico, dove sono tuttora conservate. Nel 1858 l'architetto Sebastian Altmann (1827-1894) progettò, a pochi metri dall'angolo nord-ovest del cimitero, una cappella mortuaria (Leichenkapelle) in stile neorinascimentale, costruita quattro anni dopo da Giacinto Laitempergehr di Folgaria e distrutta dalle bombe alleate il 2 settembre 1943. Nell'Ottocento il cimitero si arricchì di numerosi monumenti funebri - alcuni dei quali ancora conservati a Gries e a Oltrisarco - scolpiti dai bolzanini Anton Rainalter (1788-1851) e Franz Rainalter (1820-1874) per le famiglie Giovanelli, Kinsele, Kößler, Toggenburg e altre, da Heinrich Natter (1844-1892), da Andreas Kompatscher (1864-1939) e da altri artisti. Tra il 1928 e il 1930 fu realizzato il camposanto comunale a Oltrisarco, accanto a quello ebraico e a quello evangelico. Poco più a sud, nel territorio di San Giacomo, a confine con il comune di Laives, tra Otto e Novecento, furono realizzati i cimiteri militari e quello parrocchiale di San Giacomo.

 
***

Ritorna alla pagina
> I luoghi della memoria

Ulteriori informazioni

Data di pubblicazione

18/10/2023

Licenza d'uso

Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Sito web e servizi digitali OpenCity Italia · Accesso redattori sito